Giustizia per la giornalista Anna Politkovskaja

11 giugno 2014

Condannati a 2 ergastoli gli assassini della giornalista russa Anna Politkovskaja che nel 2006 fu uccisa perchè brava nel suo lavoro.
La Politkovskaja è divenuta un punto di riferimento per diversi giornalisti e tra gli altri ispira il protagonista del film prodotto da Draka Production “Nomi e Cognomi“.
Il film, infatti, è incentrato sull’impegno civile e sul giornalismo che si oppone al degrado sociale e morale causato dalla criminalità.
Rivolgiamo due domande al produttore del FILM NOMI E COGNOMI Corrado Azzollini, anche lui tra le altre cose giornalista pubblicista.
- Perchè il giornalista è sempre bersaglio per mafia e nel caso della Politkovskaja per lo Stato?

Il giornalista può divenire bersaglio quando si dedica ad argomenti specifici con piglio d’inchiesta. Il compito del giornalista dovrebbe essere questo, raccontare e scavare nella verità.
- Cosa, secondo lei, si può fare per far si che i giornalisti siano liberi di esprimere il proprio pensiero senza che le loro vite vengano messe a rischio ogni giorno?

I giornalisti più che il proprio pensiero, devono raccontare i fatti, è chiaro che ognuno racconterà ciò che i proprio occhi e la propria mente vede. Lo devono fare a prescindere, perchè se sposi un mestiere, sposi uno stile, un modo di vivere. Sullo Stato, dovrebbe essere più presente, deve seguire meglio e garantire coloro che dedicano la propria vita al lavoro e in questo caso alla verità.

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